Pesca

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PROGETTO STUDIO E RICERCA “LA PESCA E I CAMBIAMENTI CLIMATICI” negli areali marittimi Adriatico GSA 17-18 – Tirreno GSA 10 – Ionio GSA 16

PROGETTO STUDIO E RICERCA “LA PESCA E I CAMBIAMENTI CLIMATICI” NEGLI AREALI MARITTIMI TIRRENO GSA 10 – IONIO GSA 16 – ADRIATICO GSA 17-18. INCARICO: “PROGRAMMA NAZIONALE TRIENNALE DELLA PESCA E DELL’ACQUACOLTURA 2022-2024 MASAF” – PROGRAMMA UNCI AGROALIMENTARE – ANNUALITÀ 2024 – CUP J88H23000990001

Lo studio sperimentale Progetto Studio e Ricerca “La pesca e i cambiamenti climatici”, di durata 5 mesi, ha indagato, tramite sondaggio tra gli operatori di pesca, riguardo i valori relativi alle emissioni di CO2 e altri inquinanti aeriformi delle flotte operanti in Adriatico nell’area delle GSA 17 e GSA 18, in particolare Regione Marche, Regione Abruzzo e Regione Puglia, e delle GSA 10 e GSA 16 della Regione Campania e del nord e sud della Regione Sicilia. L’indagine è stata estesa anche agli operatori degli Impianti di Miticoltura presenti nella GSA 17 della Regione Marche e della Regione Abruzzo, e nella GSA 10 della Regione Campania.

Nello specifico, l’indagine statistica delle emissioni del FFP (Fuel Foot Print) è stata rivolta:

  • Alle flotte dello strascico, della pesca ai piccoli pelagici e della piccola pesca operanti nel Mar Adriatico GSA 17 (San Benedetto Del Tronto, R. Marche; Giulianova, R. Abruzzo) e GSA 18 (Molfetta, R. Puglia), nel Mar Tirreno GSA 10 (Salerno, R. Campania; Milazzo, R. Sicilia) e nel Mar Ionio GSA 16 (Marsala, Trapani, R. Sicilia);
  • Agli Impianti di Miticoltura della GSA 17 e della GSA 10.

Sono stati realizzati in totale 52 questionari ad  hoc per le imbarcazioni dedite alla piccola pesca, alla pesca a strascico, alla pesca dei piccoli pelagici (volanti e lampare), con porto base nella R. Marche, R. Abruzzo, R. Puglia, R. Campania e R. Sicilia, e 5 questionari ad hoc per gli Impianti di Miticoltura presenti nella R. Marche e nella R. Campania, al fine di acquisire le informazioni economiche, sociali, delle tecniche di pesca, di allevamento, degli sbarchi e riguardo aspetti tecnici di impianti e sistemi di propulsione adottati dalle imbarcazioni.

Sono stati realizzati in totale 57 questionari:

  • 22, di cui 7 imbarcazioni a strascico, 2 volanti, 2 circuizioni/lampare e 11 per i sistemi artigianali della piccola pesca, del Comparto Marittimo di San Benedetto del Tronto, R. MarcheGSA 17;
  • 02 agli operatori degli Impianti di Miticoltura nella R. MarcheGSA 17;
  • 05, di cui 1 imbarcazione volante e 4 imbarcazioni lampare/ circuizione del Comparto Marittimo di Molfetta, R. PugliaGSA 18;
  • 11, di cui 4 imbarcazioni a strascico, 1 volante, 1 circuizione/lampara e 5 per i sistemi artigianali della piccola pesca del Comparto Marittimo di Salerno, R. CampaniaGSA 10 – Salerno (NA);
  • 03 agli operatori degli Impianti di Mitilicoltura R. CampaniaGSA 10;
  • 03, di cui 1 imbarcazione a strascico e 2 imbarcazioni operanti con sistemi artigianali per la piccola pesca del Comparto Marittimo di Milazzo, R. SiciliaGSA 10;
  • 05 operanti con sistemi artigianali della piccola pesca Comparto Marittimo di Trapani, R. SiciliaGSA 16;
  • 05 imbarcazioni a strascico del Comparto Marittimo di Trapani, R. SiciliaGSA 16;
  • 01 imbarcazione volante del Comparto Marittimo di Sciacca, R. SiciliaGSA 16.

Dai questionari realizzati ad hoc sono state estrapolate le seguenti informazioni:

  • Tipologia imbarcazione (n.);
  • Stazza lorda (GT);
  • Potenza motori (Kw);
  • Tipologia carburante (diesel/benzina);
  • Ore di accensione del motore (A/R);
  • Anno di costruzione ed installazione del motore (A.C.);
  • Presenza del motore ausiliario e utilizzo (M.A.);
  • Flotta per sistema di pesca;
  • Giorni totali di pesca;
  • Miglia percorse;
  • Equipaggio e addetti;
  • Numero e durata delle cale;
  • Consumo di carburante giornaliero (C.C.G);
  • Capienza massima del serbatoio;
  • Media dello sbarcato giornaliero (kg);
  • Presenza di impianti di refrigerazione.

Le medesime informazioni sono state ricavate dai questionari inoltrati agli Impianti di Miticoltura nell’area GSA 17 (San Benedetto del Tronto, R. Marche; Giulianova, R. Abruzzo), nell’area GSA 10 (Nisida, R. Campania) per quanto riguarda le imbarcazioni impiegate nella raccolta e sgusciatura; a queste si aggiungono dati relativi al tipo di allevamento, estensione degli impianti (m2), Categorie delle acque (A/B) e informazioni economiche su produzione annua (kg) e fatturato.

L’obiettivo del progetto è stata quella di valutare le emissioni anidride carbonica (CO2) e di altri macroinquinanti aeriformi  come monossido di carbonio (CO), ossido di azoto (NOX), zolfo (SOX), idrocarburi volatili non metanici (NMVOC) e particelle sospese totali (PM10), noti per essere i principali contribuenti a forme d’impatto ambientale come effetto serra, acidificazione degli oceani ed eutrofizzazione, delle flotte operanti con diverse tecniche di pesca, quali  strascico, volante, lampara e piccola pesca. Dai risultati ottenuti si evince che il quantitativo di anidride carbonica e macroinquinante prodotti dalle flotte pescherecce risulta notevolmente inferiore sia se confrontato con quello emesso da altre categorie di imbarcazioni (cargo, merci, passeggeri, ecc.) sia rispetto all’impatto generato dalla circolazione di automobili a diesel e a benzina.

Per gli Impianti di Mitilicoltura è stato investigato l’effetto di “pozzo netto di carbonio” attraverso la reazione di intrappolamento CO2  in forma idratata (HCO3) sottoforma di Carbonato di Calcio (CaCO3), detta “biocalcificazione”, avente ruolo cruciale nell’ottica di mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Analizzando i risultati, è stato confermato il contributo positivo da parte dei mitili nel riassorbimento dell’anidride carbonica e in generale di mitigazione nei confronti dei cambiamenti climatici (soprattutto per gli impianti privi di stabulazione come quelli di Categoria A), per i quali le emissioni registrate sono state di 0,011 kg di CO2 eq. per 1 kg di mitili freschi. Per quanto riguarda gli impianti di Categoria B, il valore rilevato è pari a 0,447 Kg di CO2 eq., sempre riferito a 1 kg di mitili freschi.

Si è valutata, inoltre, l’impronta di carbonio delle risorse ittiche derivanti dalla pesca e dagli allevamenti di mitili effettuando un confronto con altre produzioni di beni alimentari come carne e caffè. È emerso che il pesce presenta un’impronta ecologica notevolmente inferiore rispetto alla carne.

Alcuni studi rilevano che per ogni kg di pesce allevato vengono prodotti complessivamente 5 kg di  CO2 , scendendo a 1-3 kg per quello pescato, contro i 59,64 kg prodotti per un kg di carne rossa e 24 kg per 1 kg di carne d’agnello; per il caffè infine, risultano 16,5 kg per un kg di prodotto lavorato. Sulla base di quanto appena affermato, risulta fondamentale la comprensione che l’adozione di pratiche di pesca più responsabili e che promuovono la salvaguardia degli ecosistemi marini possano ulteriormente migliorare tali risultati, permettendo una produzione ittica continua a bassissimo impatto ambientale e più in generale indurre una rivoluzione nell’industria alimentare e nello stile di vita di ognuno di noi.

Si propone inoltre una visione legislativa che promuova la blue e la green economy, il riutilizzo degli scarti e l’ottimizzazione del risparmio energetico, con un focus su tecniche di pesca come lo strascico e la pesca pelagica, valutandone l’impatto ambientale. Infine, il progetto si è proposto di sensibilizzare i pescatori sull’importanza dell’innovazione per migliorare la sostenibilità e la redditività, promuovendo un dialogo costruttivo per un cambiamento positivo nel settore. In questo modo, si cerca di garantire una pesca più sostenibile nel Mediterraneo, equilibrando tradizione e sostenibilità ambientale.

È stata sviluppata una  piattaforma innovativa per stimare la raccolta e la visualizzazione dei dati sul consumo di CO2 (kg), una sorte di micro database sull’APP “INFO PESCA” che permette di fornirci informazioni riguardanti il carbon footprint, per i diversi sistemi di pesca e per gli Impianti di Miticoltura.

 

Durante il Workshop tenutosi durante “Divinazione Expo 2024 Agricoltura e Pesca”, Ortigia (SR) il 25/09/2024, presso area 5 UNCI AGRO ALIMENTARE Foro Vittorio Emanuele II, ore 15.30 come comunicato preventivamente allo Spett.le MASAF, Pemac 5, sono stati divulgati i risultati del progetto, condivise esperienze e introdotti concetti chiave sull’innovazione e la loro importanza nel settore della pesca e mitilicoltura.

Sono stati coinvolti esperti di innovazione e pescatori locali, ed è stato fondamentale discutere anche di tecnologie emergenti, best practices e casi di studio di successo relativi ai diversi sistemi di pesca.

 

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PROGETTO STUDIO E RICERCA “LA PESCA E I CAMBIAMENTI CLIMATICI” negli areali marittimi Adriatico GSA 17-18 – Tirreno GSA 10 – Ionio GSA 16

PROGETTO STUDIO E RICERCA “LA PESCA E I CAMBIAMENTI CLIMATICI” NEGLI AREALI MARITTIMI TIRRENO GSA 10 – IONIO GSA 16 – ADRIATICO GSA 17-18. INCARICO: “PROGRAMMA NAZIONALE TRIENNALE DELLA PESCA E DELL’ACQUACOLTURA 2022-2024 MASAF” – PROGRAMMA UNCI AGROALIMENTARE – ANNUALITÀ 2024 – CUP J88H23000990001

Lo studio sperimentale Progetto Studio e Ricerca “La pesca e i cambiamenti climatici”, di durata 5 mesi, ha indagato, tramite sondaggio tra gli operatori di pesca, riguardo i valori relativi alle emissioni di CO2 e altri inquinanti aeriformi delle flotte operanti in Adriatico nell’area delle GSA 17 e GSA 18, in particolare Regione Marche, Regione Abruzzo e Regione Puglia, e delle GSA 10 e GSA 16 della Regione Campania e del nord e sud della Regione Sicilia. L’indagine è stata estesa anche agli operatori degli Impianti di Miticoltura presenti nella GSA 17 della Regione Marche e della Regione Abruzzo, e nella GSA 10 della Regione Campania.

Nello specifico, l’indagine statistica delle emissioni del FFP (Fuel Foot Print) è stata rivolta:

  • Alle flotte dello strascico, della pesca ai piccoli pelagici e della piccola pesca operanti nel Mar Adriatico GSA 17 (San Benedetto Del Tronto, R. Marche; Giulianova, R. Abruzzo) e GSA 18 (Molfetta, R. Puglia), nel Mar Tirreno GSA 10 (Salerno, R. Campania; Milazzo, R. Sicilia) e nel Mar Ionio GSA 16 (Marsala, Trapani, R. Sicilia);
  • Agli Impianti di Miticoltura della GSA 17 e della GSA 10.

Sono stati realizzati in totale 52 questionari ad  hoc per le imbarcazioni dedite alla piccola pesca, alla pesca a strascico, alla pesca dei piccoli pelagici (volanti e lampare), con porto base nella R. Marche, R. Abruzzo, R. Puglia, R. Campania e R. Sicilia, e 5 questionari ad hoc per gli Impianti di Miticoltura presenti nella R. Marche e nella R. Campania, al fine di acquisire le informazioni economiche, sociali, delle tecniche di pesca, di allevamento, degli sbarchi e riguardo aspetti tecnici di impianti e sistemi di propulsione adottati dalle imbarcazioni.

Sono stati realizzati in totale 57 questionari:

  • 22, di cui 7 imbarcazioni a strascico, 2 volanti, 2 circuizioni/lampare e 11 per i sistemi artigianali della piccola pesca, del Comparto Marittimo di San Benedetto del Tronto, R. MarcheGSA 17;
  • 02 agli operatori degli Impianti di Miticoltura nella R. MarcheGSA 17;
  • 05, di cui 1 imbarcazione volante e 4 imbarcazioni lampare/ circuizione del Comparto Marittimo di Molfetta, R. PugliaGSA 18;
  • 11, di cui 4 imbarcazioni a strascico, 1 volante, 1 circuizione/lampara e 5 per i sistemi artigianali della piccola pesca del Comparto Marittimo di Salerno, R. CampaniaGSA 10 – Salerno (NA);
  • 03 agli operatori degli Impianti di Mitilicoltura R. CampaniaGSA 10;
  • 03, di cui 1 imbarcazione a strascico e 2 imbarcazioni operanti con sistemi artigianali per la piccola pesca del Comparto Marittimo di Milazzo, R. SiciliaGSA 10;
  • 05 operanti con sistemi artigianali della piccola pesca Comparto Marittimo di Trapani, R. SiciliaGSA 16;
  • 05 imbarcazioni a strascico del Comparto Marittimo di Trapani, R. SiciliaGSA 16;
  • 01 imbarcazione volante del Comparto Marittimo di Sciacca, R. SiciliaGSA 16.

Dai questionari realizzati ad hoc sono state estrapolate le seguenti informazioni:

  • Tipologia imbarcazione (n.);
  • Stazza lorda (GT);
  • Potenza motori (Kw);
  • Tipologia carburante (diesel/benzina);
  • Ore di accensione del motore (A/R);
  • Anno di costruzione ed installazione del motore (A.C.);
  • Presenza del motore ausiliario e utilizzo (M.A.);
  • Flotta per sistema di pesca;
  • Giorni totali di pesca;
  • Miglia percorse;
  • Equipaggio e addetti;
  • Numero e durata delle cale;
  • Consumo di carburante giornaliero (C.C.G);
  • Capienza massima del serbatoio;
  • Media dello sbarcato giornaliero (kg);
  • Presenza di impianti di refrigerazione.

Le medesime informazioni sono state ricavate dai questionari inoltrati agli Impianti di Miticoltura nell’area GSA 17 (San Benedetto del Tronto, R. Marche; Giulianova, R. Abruzzo), nell’area GSA 10 (Nisida, R. Campania) per quanto riguarda le imbarcazioni impiegate nella raccolta e sgusciatura; a queste si aggiungono dati relativi al tipo di allevamento, estensione degli impianti (m2), Categorie delle acque (A/B) e informazioni economiche su produzione annua (kg) e fatturato.

L’obiettivo del progetto è stata quella di valutare le emissioni anidride carbonica (CO2) e di altri macroinquinanti aeriformi  come monossido di carbonio (CO), ossido di azoto (NOX), zolfo (SOX), idrocarburi volatili non metanici (NMVOC) e particelle sospese totali (PM10), noti per essere i principali contribuenti a forme d’impatto ambientale come effetto serra, acidificazione degli oceani ed eutrofizzazione, delle flotte operanti con diverse tecniche di pesca, quali  strascico, volante, lampara e piccola pesca. Dai risultati ottenuti si evince che il quantitativo di anidride carbonica e macroinquinante prodotti dalle flotte pescherecce risulta notevolmente inferiore sia se confrontato con quello emesso da altre categorie di imbarcazioni (cargo, merci, passeggeri, ecc.) sia rispetto all’impatto generato dalla circolazione di automobili a diesel e a benzina.

Per gli Impianti di Mitilicoltura è stato investigato l’effetto di “pozzo netto di carbonio” attraverso la reazione di intrappolamento CO2  in forma idratata (HCO3) sottoforma di Carbonato di Calcio (CaCO3), detta “biocalcificazione”, avente ruolo cruciale nell’ottica di mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Analizzando i risultati, è stato confermato il contributo positivo da parte dei mitili nel riassorbimento dell’anidride carbonica e in generale di mitigazione nei confronti dei cambiamenti climatici (soprattutto per gli impianti privi di stabulazione come quelli di Categoria A), per i quali le emissioni registrate sono state di 0,011 kg di CO2 eq. per 1 kg di mitili freschi. Per quanto riguarda gli impianti di Categoria B, il valore rilevato è pari a 0,447 Kg di CO2 eq., sempre riferito a 1 kg di mitili freschi.

Si è valutata, inoltre, l’impronta di carbonio delle risorse ittiche derivanti dalla pesca e dagli allevamenti di mitili effettuando un confronto con altre produzioni di beni alimentari come carne e caffè. È emerso che il pesce presenta un’impronta ecologica notevolmente inferiore rispetto alla carne.

Alcuni studi rilevano che per ogni kg di pesce allevato vengono prodotti complessivamente 5 kg di  CO2 , scendendo a 1-3 kg per quello pescato, contro i 59,64 kg prodotti per un kg di carne rossa e 24 kg per 1 kg di carne d’agnello; per il caffè infine, risultano 16,5 kg per un kg di prodotto lavorato. Sulla base di quanto appena affermato, risulta fondamentale la comprensione che l’adozione di pratiche di pesca più responsabili e che promuovono la salvaguardia degli ecosistemi marini possano ulteriormente migliorare tali risultati, permettendo una produzione ittica continua a bassissimo impatto ambientale e più in generale indurre una rivoluzione nell’industria alimentare e nello stile di vita di ognuno di noi.

Si propone inoltre una visione legislativa che promuova la blue e la green economy, il riutilizzo degli scarti e l’ottimizzazione del risparmio energetico, con un focus su tecniche di pesca come lo strascico e la pesca pelagica, valutandone l’impatto ambientale. Infine, il progetto si è proposto di sensibilizzare i pescatori sull’importanza dell’innovazione per migliorare la sostenibilità e la redditività, promuovendo un dialogo costruttivo per un cambiamento positivo nel settore. In questo modo, si cerca di garantire una pesca più sostenibile nel Mediterraneo, equilibrando tradizione e sostenibilità ambientale.

È stata sviluppata una  piattaforma innovativa per stimare la raccolta e la visualizzazione dei dati sul consumo di CO2 (kg), una sorte di micro database sull’APP “INFO PESCA” che permette di fornirci informazioni riguardanti il carbon footprint, per i diversi sistemi di pesca e per gli Impianti di Miticoltura.

 

Durante il Workshop tenutosi durante “Divinazione Expo 2024 Agricoltura e Pesca”, Ortigia (SR) il 25/09/2024, presso area 5 UNCI AGRO ALIMENTARE Foro Vittorio Emanuele II, ore 15.30 come comunicato preventivamente allo Spett.le MASAF, Pemac 5, sono stati divulgati i risultati del progetto, condivise esperienze e introdotti concetti chiave sull’innovazione e la loro importanza nel settore della pesca e mitilicoltura.

Sono stati coinvolti esperti di innovazione e pescatori locali, ed è stato fondamentale discutere anche di tecnologie emergenti, best practices e casi di studio di successo relativi ai diversi sistemi di pesca.